La negativa evoluzione dello scenario geopolitico internazionale sta producendo un enorme impatto sulla filiera del metano. L’incertezza sui volumi e sui contratti di fornitura del gas naturale per il prossimo anno termico è massima, con il costo del metano che ha già raggiunto livelli allarmanti, circa otto volte quelli che gli operatori fronteggiavano solo un anno fa.
Il rischio di paralisi del settore del gas naturale per autotrazione appare concreto. Ad essere preoccupati non sono solo gli operatori del settore, ma anche le numerose famiglie che hanno scelto il CNG per la loro mobilità, in quanto ecologicamente ed economicamente sostenibile. Tra queste, circa 1 milione e 100mila a basso e medio reddito, secondo le stime fornite da Federmetano, che sottolinea, inoltre, come il pericolo per circa 20mila addetti di perdere il posto di lavoro sia più che concreto.
Per scongiurare un simile scenario, lo scorso 11 luglio Federmetano si è rivolta con una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco e al Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, richiedendo misure urgenti per fronteggiare la più grave crisi degli ultimi anni. Tra queste:
• l’azzeramento dell’IVA e proroga dell’azzeramento dell’accisa almeno fino al 31/12/2022;
• la sospensione temporanea, per il periodo di emergenza dei prezzi del gas, del pagamento del contributo per la Gestione Fondo Bombole Metano;
• l’estensione al CNG del credito d’imposta del 20% agli autotrasportatori, già prevista per il 2022 per gli acquisti di gas naturale liquefatto;
• il contributo una tantum a fondo perduto per il sostegno ai distributori di gas naturale per autotrazione mono carburanti.
Alle richieste di Federmetano si aggiunge la voce di Assogasmetano, che già lo scorso 5 luglio aveva lanciato un grido d’allarme per la situazione vissuta dal settore del metano per autotrazione. L’auspicio espresso dall’associazione non è solo quello di misure immediate ed urgenti da parte del Governo, ma anche dell’adozione del price cap europeo ai prezzi del gas. Una misura necessaria, ma ritenuta di difficile realizzazione, vista la difformità di vedute in materia tra i paesi UE.
Ciò che va sottolineato è che il vertiginoso aumento del prezzo della materia prima registrato nelle ultime settimane sta annullando, di fatto, lo sgravio concesso all’utenza del metano per autotrazione con le misure di riduzione dell’IVA al 5%, introdotte a partire dal maggio scorso. Misure, queste, che scongiurarono in extremis lo sciopero dei distributori di metano che era stato indetto in aprile per i giorni del 4, 5 e 6 maggio da Federmetano, Assogasmetano e Assopetroli.
Proprio Assopetroli-Assoenergia pone l’accento, infine, sui rischi legati alla messa al bando del motore endotermico entro il 2035, misura recentemente approvata in sede europea. Anche in questo caso, il rischio è che la misura possa contribuire ad un ulteriore movimento al rialzo dei prezzi dei carburanti, con ricadute molto pericolose sul comparto dei carburanti sia di breve che di medio-lungo periodo.
Ad acuire preoccupazioni ed incertezze, la concreta possibilità di una crisi di governo si è aggiunta nelle ultime ore alle dinamiche internazionali legate alla guerra in Ucraina. Un ritardo nell’adozione di misure urgenti potrebbe produrre effetti deleteri per l’intero settore.
Fonti: Staffetta Quotidiana 1, Staffetta Quotidiana 2, Ferpress
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